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giovedì 15 aprile 2010

Rosso come il cielo



Ciao a tutti,
finalmente dedico un pò di tempo a questo piccolo blog e lo faccio proponendovi la visione di un film che io ho guardato ancora un pò di tempo fa e mi è piaciuto moltissimo: Rosso come il cielo.
E' la storia di Mirco, un bambino di dieci anni molto curioso e intraprendente che un giorno, osservando il fucile del padre, spara accidentalmente un proiettile che lo colpisce agli occhi: da quel momento potrà vedere solo ombre e luci. A causa della legge che impediva ai disabili di frequentare le scuole normali (la storia è ambientata nel 1960) è costretto a trasferirsi in un istituto speciale per ciechi a Genova, lontano dalla sua famiglia con la quale viveva in Toscana. Nonostante la sua grande difficoltà ad accettare questa nuova condizione di disabilità, la sua voglia e curiosità di conoscere lo porteranno a sperimentare e manifestare un modo nuovo di esplorare il mondo che valorizza tutti i sensi e lascia molto spazio alla fantasia. Troverà in questo l'ostilità del preside dell'istituto, anch'egli cieco, ancorato ad una visione restrittiva delle loro possibilità di vita e di realizzazione e ad una concezione arretrata di possibile integrazione, focalizzata sulla necessità di imparare un lavoro adatto alle capacità residue, indipendentemente dagli interessi reali dei bambini.
Sarà la grande sensibilità del maestro, don Giulio, a premiare l'originalità e positività di Mirco e a valorizzarla e affermarla come possibile nuova cultura di disabilità e integrazione.
Come?  Scopritelo guardando il film!!

Sono state diverse le riflessioni suscitate da questa storia, ma vorrei proporne due in particolare.
Una riguarda la modalità con cui Mirco affronta una svolta così decisiva nella sua vita: inizialmente rifiuta con tutto se stesso la disabilità e si chiude evitando i momenti di incontro con gli altri, non ha nemmeno il coraggio di dire ai suoi amici quanto gli è accaduto. Ma il fare esperienza dell'accoglienza da parte degli altri lo aiuta poi a ritrovare se stesso, la sua intraprendenza, il suo valore.
Si tratta, però, di un'accoglienza attiva, non passiva accettazione: gli amici che trova nell'istituto lo seguono e lo incoraggiano con entusiasmo nelle sue iniziative; il maestro lo sprona con decisione per aiutarlo a non metter da parte il suo carisma.
Un'altra osservazione riguarda proprio la figura del maestro: mi ha ricordato che non dobbiamo mai perdere la disponibilità a modificare i nostri punti di vista; una messa in discussione che non può avvenire solo nel confronto con altri professionisti o esperti, bensì anche e molto nella relazione, nell'incontro con le persone per le quali si lavora e che per prime possono indicarci quali siano le potenzialità su cui puntare e che magari non si erano considerate. E', infatti ,osservando Mirco che il maestro coglie un nuovo modo di rapportarsi ai bambini della sua classe, attraverso la valorizzazione della loro espressione spontanea; chiaramente nella giusta misura, ovvero quella che permette loro di essere protagonisti della propria crescita, della scoperta del mondo e, quindi, di avere la possibilità di imparare a muoversi in esso autonomamente e a realizzare la propria vita facendo esperienze di interesse personale.
Importante per noi educatori è, pertanto, disporsi con atteggiamento di accoglienza  attiva sapendo accettare anche qualche iniziale rifiuto da parte dell'altro, senza rinunciare alla possibilità di aiutarlo; e saper cogliere l'unicità e le risorse personali incoraggiando l'altro a sfruttarle ed esprimerle.

Vi lascio con la visione di una delle tante scene (a mio parere) poetiche di questo bellissimo film
http://www.youtube.com/watch?v=DIkl7repr_o

2 commenti:

  1. CIAO CHIARA! INTANTO COMPLIMETI PER IL BLOG. UN ALTRO ELOGIO PER LA TEMATICA E PER IL MODO I CUI LA AFFRONTI. IO HO VSTO ROSSO COME IL CIELO, E TROVO L TUO COMMENTO MOLTO APPROPRIATO.
    CIò CHE HA REESO ANCHE INTERESSANTE LA STORIA è CHE è UNA STORIA VERA, PERCHè MIRCO è POI DIVENTATO UNO DE MIGLIORI TECNICI DEL SUONO ED EFFETTI SPECIALI, E QUINDI HA AVUTO MODO DI SFRUTTARE TUTTE LE POSSIBLITà CHE DOPO L'INCIDENTE SEMBRAVANO PRECLUSE. ANZ SE NO AVESSE AVUTO QUELL'INCIDENTE PROBABILMENTE IL SUO CAMMINO SAREBBE STATO UN ALTRO. UN'ALTRA RFLESSIONE CHE HO FATTO RIGUARDA L'EDUCABILIà...COME PIù "FACILE" EDUCARE UN BAMBINO SEPPUREE IN CONDIZIONI DI DISAGIO E SOFFERENZA, PIUTTOSTO CHE RI-EDUCARE UN ADUTLO COL SUO BAGAGLIO DI ESPERIENZE, E SOPRATTUTTO SE EGLI STESSO HA UN RUOLO DI EDUCATORE...L'UMILTà E LA COSIENZA PER AFFERMAR DI SAPERE DI NON SAPERE, E QUINDI SAPERE DI ESSERE "IMMATURI" DUNQUE ANCORA EDUCABILI, NO è SEMPLICE AD CONSERVARE. PER QUESTO TI LODO ACORA PER IL TTOLO CHE HAU DATO AL TUO BLOG, CHE SIA UN MONITO E UN POST SCRIPTUM PER PERSEVERARE NEL MODO MIGLIORE.
    A PRESTO!

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  2. Ciao Fracesca, ti ringrazio per esser passata di qua e aver lasciato tracce di te.
    Apprezzo molto la tua precisazione riguardo la storia di Mirco, rende sicuramente ancor più apprezzabile il film.
    E grazie per il riconoscimento rispetto al mio lavoro. Spero passi di nuovo tra le mie pagine.
    Baci

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