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lunedì 24 maggio 2010

Jean Marc Gaspard Itard

Oggi ho pensato di offrire qualche semplice informazione sulla Pedagogia Speciale, ovvero quella parte di pedagogia che rivolge particolare attenzione all'educazione e formazione di persone con disabilità.
Una persona molto importante in questo senso è J.M.G.Itard, medico ed educatore francese vissuto tra il 1775 e il 1838. E' considerato il precursore della vera e propria pedagogia speciale ed ha fondamentalmente il merito di aver sottolineato che l'educazione dei bambini con disabilità deve superare la medicalizzazione del deficit, pur comprendendola, in quanto parte integrante della persona.
L'azione educativa deve sempre esser pensata, secondo questo medico, come uno strumento per la costruzione della libertà: anche quando si è indotti a credere che la persona resterà dipendente dagli altri per tutta la vita.
Quattro sono i punti fondamentali per una buona azione educativa:
1-Accettazione di un'ipotesi verosimile: io direi, considerare il deficit (oggettivamente ineliminabile e condizionante), ma anche le potenzialità di chi ho di fronte e puntare su quelle;
2-Costruzione di un progetto educativo: pensare a come concretamente si può favorire lo sviluppo delle potenzialità individuate;
3-Impegnarsi per ottenere un cambiamento, inteso in senso migliorativo;
4-Adottare la prospettiva temporale del futuro: considerare sempre l'altro come capace di sviluppo, considerarlo come persona che può voler costruire un proprio progetto di vita e aiutarlo a realizzarlo nella misura in cui è possibile.

Io penso che siano un pò le basi per quello che Ferdinando Montuschi (importante docente di pedagogia speciale) chiama il "Pensare Speciale", ovvero quella forma di pensiero che induce a considerare sempre la specificità dell'altro e le sue possibilità di crescita e sviluppo; e a lavorare per accompagnarlo nel raggiungimento di un livello più alto possibile di autonomia.
E sottolineo la differenza tra autonomia e autosufficienza.
Autosufficienza indica la capacità di provvedere ai propri bisogni senza richiedere l'aiuto di altri; per cui volendo sviluppare autosufficienza in una persona dovrò aiutarla, ad esempio, a saper gestire i propri bisogni fisiologici e a mangiare da sola.
Autonomia deriva dal greco Autonomos = auto-, -legge;  quindi fa riferimento alla capacità di agire dandosi da sè delle regole e rispettando spontaneamente quelle poste dall'esterno, senza l'interferenza da parte di altri.
Concretamente l'autonomia si declina nell'area della mobilità/spostamento, quella personale (qui entra in gioco anche l'autosufficienza), nell'area sociale (che riguarda la partecipazione alla vita sociale) e in quella dell'apprendimento, che oggi in modo particolare richiama la questione della formazione permanente.

Come ho detto il pensare speciale consiste, oltre ad altri aspetti, nel focalizzare l'attenzione sull'obiettivo di massima autonomia possibile, in virtù della soggettività, specificità della persona a cui rivolgo il mio intervento; questo per poter garantire un percorso di integrazione e non solo di inclusione.


Non basta assicurarsi che sia garantito l'accesso delle persone con disabilità ai vari ambiti della vita: la scuola, il lavoro, i luoghi di incontro. Il vero auspicio e motore del nostro intervento è rendere queste persone veramente partecipi, insieme agli altri!



Questa la sfida...una delle tante, in realtà..

1 commento:

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